POTERE
Navigando su internet, alla ricerca delle fonti della parola 'potere', una delle più antiche e ricorrenti nel linguaggio umano, ho trovato alcune citazioni che ignoravo a proposito di quella materia alla quale ricorriamo quando vogliamo conoscere l'origine delle parole, cioè appunto l'etimologia', che per le loro originalità e bellezza, voglio condividere.
La prima è di Alberto Savinio, pseudonimo di un autore stravagante e coltissimo, appartenente al genio della famiglia De Chirico, fratello del famoso pittore, tratta dal volume "Nuove Enciclopedia", edizione Adelphi 1977, che è una raccolta di suoi scritti sparsi, pubblicati si vari giornali, e parla di etimologia come 'psicologia del linguaggio, il modo di penetrare l'anima delle parole'.
La seconda, ricordata dallo stesso Savinio, è di Gian Battista Vico e recita: "il senso etimologico rivela la persistenza nell'uomo del senso delle origini. A maggior ragione nella donna dunque, tanto più dell'uomo fresca di anima e vicina alle cose originali.
Della prima mi è piaciuta l'espressione 'anima delle parole' che è quella che inseguiamo quando di una parola cerchiamo il senso ultimo ed originale; della seconda ho apprezzato l'omaggio fatto alla donna (l'archetipo della donna), chiamandola ' fresca di anima e vicina alle cose originali. Penso che complimento più bello non si possa trovare per lodare la sensibilità e la genuinità femminili.
Non è casuale, dunque che ciò sia accaduto indagando sul termine 'potere', che, nel suo significato più generale di 'poter fare' qualcosa e quindi avere il dominio sulle cose e poi anche sugli uomini, risale agli albori dell'umanità e svela molti caratteri del genere umano, che al pari di tutti gli altri animali, è posseduto dalla volontà di supremazia..
L'etimologia della parola è chiara: vine dal latino 'poteo', posso, che all'infinito fa 'posse' e poi 'potere', che secondo gli studiosi di questa scienza contiene la radice 'pa' che è all'origine di tante parole nelle quali il senso del dominio si coniuga con quello di protezione, padre, padrone e anche pane.
'Posso', viene dal latino 'potis sum', 'possiamo' da 'potis sumus', ma dalla stessa radice discendono anche 'podere', 'podestà' e 'potestà' e l'aggettivo 'possibile' che significa appunto 'che si può fare'.
Il senso di dominio, un tempo prevalente su quello della protezione, dovrebbe nelle civiltà più evolute, essere attenuato da quello di protezione; la potestà paterna, quella maritale, sono forme che hanno perso il loro senso originario, per assumere il primo quello più confacente di assunzione di responsabilità nei confronti delle altre persone non più sottoposte, ma affidate alle cure di chi ha maggiore possibilità di agire ed il secondo scomparso dalla legislazione e dal costume delle società che nella cura della famiglia hanno adottato metodi paritari tra marito e moglie.
Negli stati autoritari il potere era tutto nelle mani del despota, dal greco 'despotès', padrone.
Negli stati democratici "la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi e nei termini stabiliti dalla Costituzione " come recita l'art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Una diversa origine, alquanto controversa, ha invece il sinonimo di despota che è 'tiranno', che in genere designa la figura del dittatore, che usurpa il potere e lo esercita in modo autoritario e crudele.
Secondo alcuni deriva da 'tyros', in greco 'formaggio' ed era colui che nelle società arcaiche di tipo pastorale, era incaricato di custodire i formaggi, patrimonio indiviso della comunità. Chi aveva la chiave della dispensa , aveva anche l'autorità e il potere di distribuire le sostanze e le risorse; a ben guardare, il massimo del potere.
Sembra però più attendibile l'opinione di altri che fanno discendere la parola dalla radice 'tur' di origine turca, che significa 'dominare'.
Concludo con la citazione di due luoghi comuni, questa volta poco commendevoli, che dicono , il primo, che la politica oggi si riduce ad una lotta per la conquista delle poltrone (di comando) ed in fin dei conti bisogna ammettere che l'intera storia dell'umanità altro non sia che una lotta per il potere, il secondo è più che altro un aforisma sul tema retrivo del potere che 'logora' chi lo esercita, reso famoso dall'uso al contrario che ne fece un uomo politico che se ne intendeva, Giulio Andreotti, il quale affermava che il potere logora sì, ma solo chi non ce l'ha.
La prima è di Alberto Savinio, pseudonimo di un autore stravagante e coltissimo, appartenente al genio della famiglia De Chirico, fratello del famoso pittore, tratta dal volume "Nuove Enciclopedia", edizione Adelphi 1977, che è una raccolta di suoi scritti sparsi, pubblicati si vari giornali, e parla di etimologia come 'psicologia del linguaggio, il modo di penetrare l'anima delle parole'.
La seconda, ricordata dallo stesso Savinio, è di Gian Battista Vico e recita: "il senso etimologico rivela la persistenza nell'uomo del senso delle origini. A maggior ragione nella donna dunque, tanto più dell'uomo fresca di anima e vicina alle cose originali.
Della prima mi è piaciuta l'espressione 'anima delle parole' che è quella che inseguiamo quando di una parola cerchiamo il senso ultimo ed originale; della seconda ho apprezzato l'omaggio fatto alla donna (l'archetipo della donna), chiamandola ' fresca di anima e vicina alle cose originali. Penso che complimento più bello non si possa trovare per lodare la sensibilità e la genuinità femminili.
Non è casuale, dunque che ciò sia accaduto indagando sul termine 'potere', che, nel suo significato più generale di 'poter fare' qualcosa e quindi avere il dominio sulle cose e poi anche sugli uomini, risale agli albori dell'umanità e svela molti caratteri del genere umano, che al pari di tutti gli altri animali, è posseduto dalla volontà di supremazia..
L'etimologia della parola è chiara: vine dal latino 'poteo', posso, che all'infinito fa 'posse' e poi 'potere', che secondo gli studiosi di questa scienza contiene la radice 'pa' che è all'origine di tante parole nelle quali il senso del dominio si coniuga con quello di protezione, padre, padrone e anche pane.
'Posso', viene dal latino 'potis sum', 'possiamo' da 'potis sumus', ma dalla stessa radice discendono anche 'podere', 'podestà' e 'potestà' e l'aggettivo 'possibile' che significa appunto 'che si può fare'.
Il senso di dominio, un tempo prevalente su quello della protezione, dovrebbe nelle civiltà più evolute, essere attenuato da quello di protezione; la potestà paterna, quella maritale, sono forme che hanno perso il loro senso originario, per assumere il primo quello più confacente di assunzione di responsabilità nei confronti delle altre persone non più sottoposte, ma affidate alle cure di chi ha maggiore possibilità di agire ed il secondo scomparso dalla legislazione e dal costume delle società che nella cura della famiglia hanno adottato metodi paritari tra marito e moglie.
Negli stati autoritari il potere era tutto nelle mani del despota, dal greco 'despotès', padrone.
Negli stati democratici "la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi e nei termini stabiliti dalla Costituzione " come recita l'art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Una diversa origine, alquanto controversa, ha invece il sinonimo di despota che è 'tiranno', che in genere designa la figura del dittatore, che usurpa il potere e lo esercita in modo autoritario e crudele.
Secondo alcuni deriva da 'tyros', in greco 'formaggio' ed era colui che nelle società arcaiche di tipo pastorale, era incaricato di custodire i formaggi, patrimonio indiviso della comunità. Chi aveva la chiave della dispensa , aveva anche l'autorità e il potere di distribuire le sostanze e le risorse; a ben guardare, il massimo del potere.
Sembra però più attendibile l'opinione di altri che fanno discendere la parola dalla radice 'tur' di origine turca, che significa 'dominare'.
Concludo con la citazione di due luoghi comuni, questa volta poco commendevoli, che dicono , il primo, che la politica oggi si riduce ad una lotta per la conquista delle poltrone (di comando) ed in fin dei conti bisogna ammettere che l'intera storia dell'umanità altro non sia che una lotta per il potere, il secondo è più che altro un aforisma sul tema retrivo del potere che 'logora' chi lo esercita, reso famoso dall'uso al contrario che ne fece un uomo politico che se ne intendeva, Giulio Andreotti, il quale affermava che il potere logora sì, ma solo chi non ce l'ha.
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