PAURA
Invidio chi dice di non aver paura di niente (ne conosco qualcuno); avverto disagio di fronte a tanti che hanno paura della loro ombra, come si suol dire. Che hanno paura di tutto e di tutti. Che sono pieni di preoccupazioni. Che non riescono a godere la vita perché non vedono di fronte a loro che pericoli.
Io confesso che qualche timore ce l'ho. In forma moderata, sotto controllo, vorrei dire razionale.
Perché la paura di solito irrompe in modo irrazionale e incontrollabile. Ed allora domina l'individuo che ne viene preso. Mentre invece la paura deve essere dominata da chi razionalmente è a conoscenza di un pericolo e mette in atto le dovute cautele per evitarlo.
'Paura' viene dal latino 'paveo', temo, oppure 'sono battuto, percosso'. Curiosamente, con questo secondo significato,'paura' ha la stessa origine della parola 'pavimento', inteso come suolo battuto per camminarci sopra.
Ma il senso principale è quello che suggerisce l'idea di 'temere'. Da esso deriva anche 'pavido' , 'che ha paura'. Sempre dal latino 'ex-pàvere', 'tremare di paura', vengono fuori 'spavento', sinonimo di paura e 'spavaldo', che è colui che mostra orgogliosamente di non aver paura, atteggiamento quest'ultimo che, secondo alcuni interpreti che collegano detto termine ad una radice 'paff'' che vuol dire 'gonfiare', arrivano a paragonare, ironicamente a quella del 'gonfianuvole', simpatico neologismo per dire 'fanfarone'.
La paura è un'emozione suscitata dalla minaccia di un pericolo che può essere reale, previsto o già in atto, oppure immaginario. Ed è un moto di reazione, di difesa del nostro organismo, che ci protegge dalle conseguenze del suo avverarsi. La reazione istintiva si manifesta con l'atteggiarsi del volto, la difficoltà di respirazione, l'aumento del battito cardiaco, la proiezioni delle mani in avanti, a respingere il pericolo e a proteggere le parti più delicate del corpo, il volto e i genitali.
Vi risparmio la noiosa descrizione dei vari stadi della paura, dal timore che è quello più tenue, al terrore, panico e orrore che sono le condizioni di maggiore intensità dell'emozione da spavento.
Mi soffermerei solo un poco a considerare dove nasce la paura. Gli specialisti distinguono quella oggettiva, determinata da un evento esterno, da quella soggettiva, che nasce dentro di noi.
A me piace pensare che l'origine di questa sensazione di pavore sia sempre nascosta nella profondità del nostro inconscio, la parte oscura della nostra persona, dalla quale proviene l'ombra che ci segue in continuazione.
E mi piace rilevare anche che con quest'ultima affermazione, in certo qual modo si accredita l'espressione con la quale ho iniziato il discorso, quella di chi ha paura 'della propria ombra'. Solo che lì l'ombra è la proiezione fisica del corpo sul terreno, qui è la proiezione all'esterno di qualcosa che c'è ma non si vede. Un'ombra staccata dalla terra.
Penso che la paura, o quanto meno il timore che qualcosa ci possa colpire e provocarci dolore, sia insita nella natura umana ed animale, perché ignoriamo quello che è davanti a noi, il futuro e la reazione che noi abbiamo al primo accenno del suo avverarsi, a seconda di come si presenta, può fare la differenza tra il pavido e il coraggioso, tra chi è propenso ad essere pessimista e chi invece vede roseo il proprio orizzonte e non teme la malasorte.
Non si può chiudere un discorso – anche sommesso come questo - sulla paura, senza accennare allo spauracchio. Cos'è uno spauracchio? Una specie di fantasma che si agita davanti agli occhi di qualcuno o di un'intera comunità, per creare spavento, al fine di ottenere un certo risultato. In origine era solo lo spaventapasseri, ma oggi viene usato per sdrammatizzare con ironia la paura.
Per convincere gli italiani a votare PD nonostante tutto, alle prossime elezioni, niente di meglio che agitare lo spauracchio di Salvini o Di Maio a capo del governo. Sarebbe una vera iattura, ma messa così diventa una cosa ridicola.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1d/Expression_of_the_Emotions_Figure_20.png
Io confesso che qualche timore ce l'ho. In forma moderata, sotto controllo, vorrei dire razionale.
Perché la paura di solito irrompe in modo irrazionale e incontrollabile. Ed allora domina l'individuo che ne viene preso. Mentre invece la paura deve essere dominata da chi razionalmente è a conoscenza di un pericolo e mette in atto le dovute cautele per evitarlo.
'Paura' viene dal latino 'paveo', temo, oppure 'sono battuto, percosso'. Curiosamente, con questo secondo significato,'paura' ha la stessa origine della parola 'pavimento', inteso come suolo battuto per camminarci sopra.
Ma il senso principale è quello che suggerisce l'idea di 'temere'. Da esso deriva anche 'pavido' , 'che ha paura'. Sempre dal latino 'ex-pàvere', 'tremare di paura', vengono fuori 'spavento', sinonimo di paura e 'spavaldo', che è colui che mostra orgogliosamente di non aver paura, atteggiamento quest'ultimo che, secondo alcuni interpreti che collegano detto termine ad una radice 'paff'' che vuol dire 'gonfiare', arrivano a paragonare, ironicamente a quella del 'gonfianuvole', simpatico neologismo per dire 'fanfarone'.
La paura è un'emozione suscitata dalla minaccia di un pericolo che può essere reale, previsto o già in atto, oppure immaginario. Ed è un moto di reazione, di difesa del nostro organismo, che ci protegge dalle conseguenze del suo avverarsi. La reazione istintiva si manifesta con l'atteggiarsi del volto, la difficoltà di respirazione, l'aumento del battito cardiaco, la proiezioni delle mani in avanti, a respingere il pericolo e a proteggere le parti più delicate del corpo, il volto e i genitali.
Vi risparmio la noiosa descrizione dei vari stadi della paura, dal timore che è quello più tenue, al terrore, panico e orrore che sono le condizioni di maggiore intensità dell'emozione da spavento.
Mi soffermerei solo un poco a considerare dove nasce la paura. Gli specialisti distinguono quella oggettiva, determinata da un evento esterno, da quella soggettiva, che nasce dentro di noi.
A me piace pensare che l'origine di questa sensazione di pavore sia sempre nascosta nella profondità del nostro inconscio, la parte oscura della nostra persona, dalla quale proviene l'ombra che ci segue in continuazione.
E mi piace rilevare anche che con quest'ultima affermazione, in certo qual modo si accredita l'espressione con la quale ho iniziato il discorso, quella di chi ha paura 'della propria ombra'. Solo che lì l'ombra è la proiezione fisica del corpo sul terreno, qui è la proiezione all'esterno di qualcosa che c'è ma non si vede. Un'ombra staccata dalla terra.
Penso che la paura, o quanto meno il timore che qualcosa ci possa colpire e provocarci dolore, sia insita nella natura umana ed animale, perché ignoriamo quello che è davanti a noi, il futuro e la reazione che noi abbiamo al primo accenno del suo avverarsi, a seconda di come si presenta, può fare la differenza tra il pavido e il coraggioso, tra chi è propenso ad essere pessimista e chi invece vede roseo il proprio orizzonte e non teme la malasorte.
Non si può chiudere un discorso – anche sommesso come questo - sulla paura, senza accennare allo spauracchio. Cos'è uno spauracchio? Una specie di fantasma che si agita davanti agli occhi di qualcuno o di un'intera comunità, per creare spavento, al fine di ottenere un certo risultato. In origine era solo lo spaventapasseri, ma oggi viene usato per sdrammatizzare con ironia la paura.
Per convincere gli italiani a votare PD nonostante tutto, alle prossime elezioni, niente di meglio che agitare lo spauracchio di Salvini o Di Maio a capo del governo. Sarebbe una vera iattura, ma messa così diventa una cosa ridicola.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1d/Expression_of_the_Emotions_Figure_20.png
La nomina di Salvini o Di Maio a Segretario del Consiglio sarebbe - essa sì - orrorifica
RispondiEliminama dove hai preso la foto di cui all'indiriizzo sopra rioportato?
RispondiEliminaillustra in modo esemplare l'articolo pubblicato.
Il commento è di Vittorio Aielli.
EliminaRisposta: tutte le foto inserite nei post sono di Giuseppe Simone Aielli.