OMINOSO - ULTRONEO

Se uno vi desse dell'ominoso, come reagireste?
E se poi vi dicesse che avete agito in maniera ultronea e dissennata?
'Mbè certo ci sarebbe da incazzarsi.
Ominoso a me, che quando parlo, non faccio che augurare il bene a tutti?
Agire in maniera ultronea, poi, mi sembra proprio una balla.

Ho chiuso la lettera di qualche giorno fa con quella parolina che non avevo mai usato, "ominoso", e che, a dire il vero, al mio orecchio suona ancora misteriosa e strana. Debbo confessare che fino all'altro ieri non ne conoscevo l'esistenza.

Ho fatto una breve indagine ed ho appurato che "ominoso" è un aggettivo, significa "che contiene un presagio infausto".

Se per esempio ti dico che il tuo investimento non mi sembra sicuro, tu o lo cambi, o mi mandi a quel paese dandomi dell'ominoso. Come si fa??? Basta dire: che fai, porti iella?

Il verso di una civetta è ominoso, l'apparizione in cielo di una cometa pure (tranne quella di Betlemme); l'attraversamento della strada da parte di un gatto nero, il numero 17, l'anno bisestile, sono tutti ominosi. Perfino augurare "buona pesca" al pescatore sembra che sia foriero di malaugurio. O dire "auguri" a chi deve sottoporsi ad un esame. Il bon-ton in questo caso vuole che si usi il più scaramantico "in bocca al lupo", salvo individuare chi è il lupo. Vi risparmio la risposta sguaiata del malcapitato di turno (dove però la balena non avrebbe nemmeno la possibilità di accorgersene).

Talvolta funge anche da sostantivo. L'ominoso, come entità astratta, l'ominoso che è in certe situazioni (siamo soli in un crocicchio la notte di Hallowin). L'ominoso che può sortire dalla lettura dalle tessere della cartomante.

Quanto all'"ultroneo", posso dirvi soltanto che non è l'"ulteriore al quadrato", o, quello che viene dopo l'ulteriore (l'ulteriore dell'ulteriore) , eh, no qui siamo proprio fuori strada.

Ma andiamo con ordine.

Quando si parla di presagi, siamo a due passi dalla materia oscura di cui sono fatte le credenze delle persone superstiziose. Questo è il campo delle divinazioni. Gli esperti del ramo, riescono a penetrare la mente dell'essere supremo e prevedere avvenimenti futuri, osservando semplicemente alcuni segnali che solo loro riconoscono.

Ovviamente le previsioni possono essere favorevoli o sfavorevoli.

Ominoso deriva da latino "omen", che vuol dire appunto "presagio"; all'inizio l'omen aveva una doppia valenza, poteva annunciare indifferentemente o un evento favorevole, o una disgrazia, poi con il tempo il senso della parola si è coagulato (come il sangue, trattandosi di disgrazie) sul versante negativo ed essa ha preso il significato specifico di presagio funesto.

L'ho conosciuta grazie ad una rubrica benemerita attiva su internet chiamata "Una parola al giorno", curata da una equipe di persone di talento, che amano le parole. E ne parlano in termini aulici ma inequivoci, sceverando fino alla più sottile particolarità ogni possibile senso che esse hanno, additando di volta in volta gli aspetti positivi, quali la piacevolezza e l'eleganza, o altrimenti la grossolanità e le sconvenienza, e comunque le modalità di uso, e il recondito fascino che ognuna può avere.

Sono anche io, nel mio piccolo, amante delle parole ed in esse mi piace indagare, oltre al senso comune, quello più nascosto, che spesso è possibile intravedere.

Parole nuove o che sembrano nuove per come sono trattate, o che comunque contengono qualcosa di nuovo.

"Ultroneo", invece, non è una parola nuova; chissà quante volte lo avrete detto a proposito di qualcosa che vi pareva eccessivo, ma anche un po' fuori le righe, strambo. Invece è semplicissimo, vuol dire (non lo avrei mai sospettato), soltanto "spontaneo, volontario". Quindi un agire ultroneo, altro non è che qualcosa che si fa di propria spontanea volontà.

Il soldato che si offre volontario per un'azione pericolosa, fa un passo ultroneo, non nel senso di "ulteriore", che va oltre quello che a lui normalmente è richiesto, ma più semplicemente nel senso che la sua scelta è volontaria, non coartata.

Nel campo avvocatizio, invece, è normale l'uso improprio della parola. E' vero che su questo terreno (campo, terreno, ma che siamo ad un fiera dell'agricoltura?) ci si imbatte in formule del tipo "per mero tuziorismo" (tuziorismo! dal latino "tutior", più sicuro, quindi si vuol dire solo "per salvaguardarsi il culo"), "salvezze illimitate" dove le "salvezze" stanno non per "vie di fuga", ma possibilità di ricorrere ad altre opzioni eventualmente esistenti, anche se non ancora conosciute) che servono a rafforzare l'assunto di una richiesta giudiziale e a far sì che il giudice tenga conto del fatto che oltre alle ragioni esposte nella comparsa, altre potrebbero esservene, ultronee, che anche se non indicate espressamente, non possono comunque essere disattese.

L'equivoco, chiarisce la fonte, forse nasce da una errata derivazione della parola. Se cioè la si fa discendere, erroneamente dalla particella latina "ultra"', che vuol dire "oltre", è chiaro che si finisce con "ulteriore", mentre invece se si sa che questa parola "ultroneo" deriva dall' avverbio latino "ultro", che significa "volontariamente", ogni dubbio è fugato. Se ti dico di fare una donazione ultronea, non vuol dire che ti sto chiedendo di svenarti, ma di offrire quanto ti senti di dare, spontaneamente.

Tornando all'ominoso, che avendo a che fare con la profezia, conserva sempre un alone di mistero, è bello ampliare il discorso, dicendo di altre parole che possono condividere con la prima almeno questo aspetto di fumisterie dove si praticano esorcismi e si evocano forze occulte tra fuochi infernali i e vapori di pozioni e palle di cristallo attraverso le quali è possibile distillare goccia a goccia gli avvenimenti futuri estraendoli dalla mente del demiurgo.

E la parola più adatta mi sembra "numinoso"; anche l'origine delle due parole è simile: dall' omen del presagio funesto, si passa al "numen" del messaggio divino: il "nume", che è l'espressione della potenza divina, deriva dal latino "nuere", annuire, fare cenno con il capo e la parola "numinoso", esprime in pieno la differenza esistente tra l'umano, infinitamente inferiore e la sacralità del divino, che si pone molto al di sopra e con un solo cenno del capo, impone la sua volontà.

E' una potenza che spaventa e di cui si ha soggezione e la si percepisce in determinati ambienti, che sia l'interno di un cattedrale, o così, come all'origine, il cerchio magico che si formava intorno al totem del villaggio.

Anche "luminoso", che deriva dal latino "lumen", la luce, è in qualche modo intrigato con l'omen: l'angelo portatore di luce, Lucifero, ebbe un destino ominoso oltre che ignominioso (dal latino "in" privativo e "nomen", la fama, quindi la condizione di chi ha perduto la reputazione), fu precipitato all'Inferno.

Per ultimo viene "animoso"; deriva da "animus" latino nel senso di "coraggio" e animoso è colui che è ardimentoso, che non ha paura, non teme la soggezione da forze oscure, ma la parola, pur così bella, aperta, può avere un risvolto negativo: l'animosità può esser sintomo di ostilità. Animosità verso qualcuno o qualcosa. Un giurato animoso verso l'imputato va ricusato, in quanto si ritiene che sia mal predisposto contro di lui.

Siamo quindi sempre nell'ambito di una certa ambiguità. Anche con questa parola bisogna fare i conti: sembra che sia il sale della terra; nella sua accezione più comune vuol dire doppiezza, falsità. Ma inaspettatamente rivela un valore immenso: essa è l'ambivalenza, la possibilità di una doppia o diversa interpretazione di una cosa, un evento o un testo, cosa che è di norma nei linguaggi umani e diviene lo spartiacque nelle traduzioni da una lingua all'altra.

Per questo è possibile che un testo come la Bibbia, giunta a noi passando attraverso una molteplicità di lingue e di interpretazioni diverse, è ancora al centro di contese per il divario che si è creato nella sua lettura da parte delle diverse confessioni di una stessa religione.

Giano Bifronte è l'emblema della doppiezza e della separatezza in un'unica persona. E' la più antica divinità che si conosca nel mondo romano. Deus Deorum, padre di tutti gli dei, era, in base al suo stesso nome (Giano deriva da "ianua" porta in latino), il Dio del passaggio da un mondo all'altro, da una condizione all'altra, dall'interno all'esterno ecc.

Ecco un esempio di quello che può succedere a mettere insieme tutti questi spunti:

Il peccatore, di fronte all'immagine sacra, avvertiva il senso del numinoso che lo schiacciava a terra; se ripensava al suo passato, la mente non faceva che rimuginare ominosi pensieri; niente di buono poteva sperare dal suo futuro. Avrebbe voluto rialzarsi ma ogni sforzo ultroneo (spontaneo, o che veniva per ultimo? Decidete voi) risultava inefficace. Fu allora che prese una decisione ultimativa (a proposito perché ultimativa, volevo dire ultima? O forse ultimativa vuol dire che è tale da non poter tornare indietro? In realtà deriva da "ultimatum" e significa "definitiva"); non gli restava altro che affidarsi al sentimento che nasceva dal luminoso sentiero di un pentimento sincero. Attraverso l'espiazione della colpa, avrebbe potuto sperare di raggiungere la sua catarsi spirituale, libero da ogni male, la sua animosità, causa dei suoi malanni, sarebbe stata messa a disposizione del bene una volta per tutte (che vuol dire? "per sempre"?).

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