GRATIFICARE - RATIFICARE

Rendere grazia è un'espressione molto comune e vuol dire esprimere a qualcuno il proprio ringraziamento per un beneficio ricevuto.

Grazie a Dio è un intercalare usato anche dagli atei. Diffuso il paradosso ironico 'ateo per grazia di Dio'.

Quindi gratificare qualcuno significa esprimere gratitudine ad una persona, facendo una cosa che possa essere gradita dalla stessa, per qualcosa che essa ha fatto, tipo un servizio utile reso, una prestazione fuori del comune, un comportamento retto ed irreprensibile.

La gratitudine si esprime a parole o con fatti concludenti, come una donazione, comunque facendo qualcosa che sia gradita all'omaggiato.

Il termine viene dal latino 'gratus', grato, 'ficare' che sta per 'facere', quindi vuol dire far qualcosa di gradito.

Si può gratificare un soggetto, con un riconoscimento, pubblico o privato a seconda dei casi delle sue qualità, o, in soldoni, mediante l'aggiunta di un premio a quanto eventualmente già dovuto per la prestazione ordinaria.

Eliminando la 'g' iniziale si ottiene 'ratificare' che è ben altra cosa rispetto al gratificare, anche se tra i due termini si può riscontrare qualche affinità, trattandosi sempre di una relazione corrente fra due persone o fra gruppi di persone, con la quale una esercita un'azione nei confronti dell'altra, tesa al riconoscimento di un merito, o comunque all'approvazione di quanto già fatto.

Ratificare, vuol dire appunto approvare l'operato di qualcuno che ha agito senza delega, o oltre la delega, a favore del primo, il quale prende su di sé le conseguenze di tale comportamento, riconoscendone l'utilità e sollevando l'agente da un'eventuale responsabilità.

La parola viene dal latino 'ratum facere', dove ratus è il participio passato del verbo 'reri' che vuol dire 'stabilire' e la locuzione assume il significato di rendere stabile, confermare.

'Rato' in italiano vuol dire appunto, stabilito, fermo, accettato come conforme alla regola. E' un aggettivo raro (rato-raro), usato in alcune formule giuridiche del diritto canonico (matrimonio rato e non consumato, dove il 'rato' sta per 'valido tra battezzati', mentre il 'non consumato' può essere motivo di scioglimento del matrimonio stesso).

Ora sia nel 'gratus' di gratifica, che nel 'ratus' di ratifica, vi è una persona che si rapporta con un'altra, riconoscendo che la stessa ha ben operato, nel primo caso premiandola, nel secondo intervenendo con la propria autorità a confermare quanto fatto senza autorizzazione, assumendosi la responsabilità delle conseguenze dell'atto.
La gratifica ha maggior diffusione nell'ambito del privato, mentre la ratifica è più ricorrente nel campo del diritto pubblico (vedi la ratifica dei trattati internazionali, che è una procedura mediante la quale uno stato ammette nel proprio ordinamento quanto già sottoscritto dai plenipotenziari in ambito internazionale.

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