FUGA

Dal latino 'fùgere', (accento breve sulla prima 'e'), 'fuggire', ci viene questa parola, corta e perentoria, vorrei dire 'lesta', come si conviene al titolo di questo 'divertissement'. La fuga è infatti un voltare le spalle e correre per sottrarsi al nemico; un tempo era da vigliacchi e quindi infamante, oggi che le cose sono cambiate, siamo più tolleranti e guardiamo la fuga con maggiore considerazione. (L'unica maniera di rimanere vivi e seguitare a sognare, secondo una scrittrice francese).

La fuga può essere molte cose : una necessità, un'opportunità, ma anche un'idea, un'ambizione, una filosofia, una risorsa ed una consolazione.

E' sinonimo di 'evasione', che pur essendo un termine più specifico, quanto all'andare via dal posto dove si è costretti a stare, (per informazioni, rivolgersi a chi, per una ragione o per un'altra, si trovi ad essere 'astretto a' sensi di legge'), si presta a qualche equivoco: si usa anche e volentieri in senso figurato, per indicare uno svago, una distrazione o comunque un modo piacevole di passare il tempo.

Non che la fuga sia da meno, anzi; anch'essa porta lontano dai guai e da molte altre cose e quindi è un balsamo per l'animo.

La fuga in senso materiale è uno scappare precipitoso, senza avere il tempo di riflettere e senza badare a spese ( un esempio storico: chi fu quel re che, in mezzo alla battaglia, rimasto senza cavalcatura ed in pericolo di vita, disse ai cavalieri che lo circondavano, “Il mio regno per un cavallo”?. Il cavallo per fuggire il più velocemente possibile e mettere in salvo la pelle.

Ma le fughe sono infinite. Forse nel vocabolario della lingua italiana non v'è termine che si presti maggiormente ad essere usato in così tante maniere.

In questo periodo storico è di moda parlare di 'fuga dalla guerra e dalla fame', per via del fenomeno migratorio che ci pone di fronte allo spettacolo drammatico di intere popolazioni, che si spostano dai paesi di origine, in cerca di migliori condizioni di vita.

La crisi economica che ha colpito il mondo occidentale ed il nostro paese in particolare, ha creato un altro problema rilevante, la così detta 'fuga dei cervelli', costituita dalla tendenza dei giovani laureati in materie tecniche o scientifiche, che, non trovando adeguata occupazione da noi, emigrano verso altri paesi che offrono più opportunità.

I romani dicevano “Fuga salutem petere” cercare la salvezza nella fuga, riferendosi alla guerra ed al campo di battaglia, quando le sorti non sono favorevoli, ma l'espressione può valere per qualsiasi altra circostanza.

Si parla allora di fuga in senso figurato ed il concetto di salvezza si amplia per comprendere tante altre occasioni. La salvezza dell'anima oltre che del corpo ed allora ecco chi è in fuga dal peccato, dalle tentazioni, da una vita senza qualità. Salvezza come sicurezza, vedi il pericolo delle fughe di gas, o altre sostanze tossiche ; sicurezza come segretezza , ed ecco la 'fuga di notizie', che avviene ogni tanto da parte di certi Tribunali. Nelle gare sportive, la voglia di vincere, dà luogo alla 'fuga' del corridore ciclista che scatta per distanziarsi dal gruppo in prossimità dell'arrivo.

Ampio uso di questo termine si fa in molte discipline come l'arte (musica e architettura), la psicologia, medicina e perfino lo sport.

La fuga in campo musicale individua la forma che si dà a tutta una serie di composizioni che hanno una struttura particolare; pur essendo tutt'altra cosa dalla fuga vera e propria, il termine, secondo me, conserva quel fascino figurato di uno che fugge ed altri che inseguono: una prima voce strumentale svolge il tema principale e due o più altre voci eseguono il contrappunto, mentre si introducono altri temi in un gioco di rimandi e di ripetizioni che porta graziosamente verso la fine del brano, abbastanza breve, in un'atmosfera di sfumata armonia.

Maestro di questo genere è stato Johann Sebastian Bach, che ha composto oltre al complesso di opere che vanno sotto il nome proprio di “Arte della Fuga”, anche “Il clavicembalo ben temperato” che è anch'esso una raccolta di fughe.

Questa espressione, arte della fuga, è talvolta usata impropriamente, con un 'rubato' che casca a proposito, nelle cronache giudiziarie, per parlare degli artifizi messi in atto da alcuni personaggi diventati famosi per la loro destrezza ad evadere da carceri di massima sicurezza. A partire da Giacomo Casanova che nel XVI sec. riuscì ad evadere dai terribili Piombi di Venezia, dove era recluso, a quel famoso bandito americano John Dillinger, condannato all'ergastolo e fuggito da un carcere dell'Indiana in tempi molto più vicini a noi.

In architettura si trova la 'fuga di colonne' di alcuni monumenti famosissimi, tipo il colonnato di S, Pietro a Roma o più comunemente la 'fuga di stanze', di un palazzo, quando gli ambienti sono allineati con le porte comunicanti. Mentre in campo sportivo, si ha nostalgia delle 'fughe' di quello sfortunato campione che è stato Marco Pantani, detto 'il pirata' per via della bandana sulla testa che esibiva in gara.

E ancora, in psicologia e medicina, fuga dalla pazza folla, fuga dalla realtà, dal un pericolo supposto ma non reale, dalle responsabilità, fuga nella malattia e nella follia. Il suicidio è una fuga nella morte.

C'è infine il fugone che è quello che prende lo scapolo intemerato, quando la relazione amorosa che ha intrapreso, diventa troppo seria ed espone al rischio di un matrimonio indesiderato.

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