DECORO

Decoro e dignità sono termini che si usano indifferentemente per indicare la condizione di 'convenienza' che ciascuno cerca di conservare negli atteggiamenti e nei modi di comportarsi. Convenienza sia nel senso che è a proprio vantaggio, sia che si conviene cioè si addice alla propria condizione e alla situazione nella quale ci si trova ad agire.

Decoro deriva dal latino 'decorum' che vuol dire 'convenienza', che ben si addice. E 'decus', o 'decor' in latino significa 'ornamento'. Ma la radice più antica proviene dal sanscrito 'dacas' che più propriamente vuol dire 'gloria', quindi nel concetto di 'decoro', da conservare a tutti i costi, c'è una reminiscenza di qualcosa che ser
ve ad ornare la persona, in senso materiale, come un vestito magari anche vecchio, ma decoroso, oppure morale o spirituale, come ben può essere una gloria passata o una lontana discendenza di cui gloriarsi, che costituiscono l'onore della persona. Onore che si vuole intoccabile da parte degli altri, ma che è dovere del soggetto sotto l'aspetto pubblico di cittadino, tenere alto con il proprio comportamento adeguato al proprio ruolo.

Sotto l'aspetto dell'ornamento il decoro si intende riferito oltre che alle persone anche alle cose e si parla allora di 'decorazioni' (di una chiesa, di un palazzo, di un carretto siciliano o dell'albero di Natale).

Dal latino 'decère', convenire, derivano anche 'decente' e 'decoroso' che nel linguaggio comune assumono un significato leggermente diverso: col primo sembra che il decoro conservato sia appena al limite, col secondo in modo più confacente.

Il decoro, con la sua idea di abbellimento, è più vicino alla dignità, che sarebbe l'essere degno, che alla decenza che ha un contenuto moralistico, come un'esigenza etica collettiva da rispettare per il bene della comunità.

L'onore, la dignità ed il decoro sono protetti dal nostro ordinamento anche sotto l'aspetto penale, con la previsione del reato di ingiuria all'art. 594 del c.p. Nel successivo art. 726 s.c., vengono sanzionati anche gli atti compiuti contro la pubblica decenza.

Solo qualche parola per distinguere il confine per la verità abbastanza labile esistente tra decoro e onore e tra questo e il rispetto.

L'onore è un concetto molto evanescente del quale si è fatto un uso indiscriminato per affermare tutto e il contrario di tutto. Dagli onori tributati a falsi miti (dello sport o dello spettacolo), al falso mito dell'onore delle cosche come vincolo di fedeltà al boss mafioso o al falso senso dell'onore familiare legato a vecchi pregiudizi di natura sessuale.

In senso per così dire 'onorevole', l'onore è il complesso degli attributi, di stima e rispettabilità che il soggetto si è meritato con il proprio operato, che lo contraddistinguono rispetto all'opinione che gli altri hanno di lui.

La parola deriva dal latino 'honor', che vuol dire specificamente ai nostri fini, 'carica pubblica' e nel mondo romano era riferita alla carriera pubblica che il personaggio perseguiva, acquistando benemerenze.

Il rispetto, dal latino 'respectus' che propriamente significa 'guardare all'indietro' è il riconoscimento dovuto alla onorabilità altrui, tenuto conto della vita passata, in base alla quale si può essere più o meno degni del rispetto degli altri.

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