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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

NEFANDO - FANDONIA

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“Nefando” e “fandonia” sono due parole, un aggettivo e un sostantivo, che attengono ancora all’ambito del parlare, contengono entrambe la particella ”fan” che farebbe pensare ad una comune origine, tanto più che indicano l’una ciò che è tanto infame da non potersi dire e l’altra che si tratta semplicemente di una balla, una cosa del tutto incredibile, hanno invece una radice completamente diversa. Palloni aerostatici - Ferrara 2014 “Nefando” viene dal latino “ne”, “non” e “fari” che significa “dire”, quindi siamo di fronte a qualcosa di abominevole, esecrabile, sia esso un fatto, un’azione o un pensiero, a tal punto infame che non si trovano parole per descriverne il livello di abiezione. Simile, ma diverso è il termine “nefasto”, che ha la stessa origine, ma significa “di cattivo auspicio” e come tale porta male, cioè può essere dannoso. E’ nefasta l’idea che una guerra possa portare bene, anche se si vince. Per i romani era nefasto un comportamento contrario alla legge divi

COLLOQUIO

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La voce e la parola sono gli strumenti che l’uomo ha per esternare i suoi pensieri e rapportarsi con i suoi simili, in uno scambio di informazioni, nozioni, dati che costituiscono un inesauribile flusso di comunicazione. La facoltà di parlare si esercita mediante l'eloquio, che è un latinismo derivante da "e" in funzione di "fuori" e "loqui", che vuol dire "parlare". Quindi il significato di eloquio è propriamente "parlare fuori", cioè tirare fuori le parole, quindi esprimersi e ancora più esattamente il modo che ognuno ha di parlare. Parlare, dialogare, colloquiare, conversare, chiacchierare, discorrere sono sinonimi, in quanto esprimono i vari modi in cui questa facoltà viene esplicata con piccole variazioni di metodo e di significato tra l’uno e l’altro termine. Ologramma (realizzato da Valentina Aielli) - 2018 Colloquio viene da "colloquium", composto da "cum" e "loquio", cioè "parlo c

IL FARO

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Racconto "Siamo girovaghi e perciò, pensa pure quello che ti pare, per noi la vita è un'altra cosa. Siamo buffoni . Non possiamo prenderci sul serio; giriamo il mondo e non chiediamo di più." Il clown era di fronte a me e mi guardava con i suoi grandi occhi truccati e due lacrime dipinte sulle guance. Il Circo Bidon - Bologna 2018 "Perchè Il Faro?, gli ho chiesto." "Il faro era un'idea di mia moglie, ma era lei stessa un faro, sapeva sempre cosa fare e dove andare, rispose, "una donna meravigliosa; ci guidava e noi seguivamo la sua scia. Era saggia e vedeva oltre le cose. Purtroppo l'ho persa ed ora giro solo con mio figlio e il ricordo della sua luce, come un faro, che guida la nostra navicella al porto, solo che noi ci spostiamo in continuazione e il porto è sempre diverso. Però la luce che seguiamo, c'è anche dove non c'è un porto." Tacque meditabondo e poi, di nuovo: "Ci sono molte anime smarrite, aggiunse

SGARRARE

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Il verbo "sgarrare" è una voce di derivazione gergale, poi entrata nel linguaggio comune, che viene usata in diverse situazioni con significati leggermente diversi ma tutti tendenti a dare l’idea di un’azione compiuta fuori dalle regole. Il termine ha comunque un’origine molto antica e si rifà al provenzale "engarar", con il significato di "sbagliare", facendolo derivare dal latino "ex", con il senso di "fuori di", e "garar", che vuol dire "badare", "fare attenzione", per cui il significato finale sarebbe quello di non fare attenzione e quindi sbagliare. Organo a rullo (Circo Bidon) - 2018 Da un punto di vista onomatopeico, convincente mi sembra l’ipotesi che fa risalire la nascita dell’espressione dal fatto che i romani per trasportare le merci da una città all’altra, usavano pesanti carri, le cui ruote con il tempo ed il continuo viavai, solcavano profondamente il fondo lastricato o in terra

PERDERSI NEL QUARTIERE

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Nelle città è possibile trovare quartieri che da un anno all’altro scompaiono, case che per lunghi decenni rimangono disabitate, giardini sempre chiusi, periferie che si espandono come piovre e angoli che resistono all’attacco del tempo, rimanendo sempre uguali, luoghi dell’anima dove il vissuto non è passato, si respira ancora l’aria che si respirava quando eravamo bambini. Un vecchio bar all’incrocio di via dei Passi Perduti con via delle Botteghe Chiuse, aperto anche di notte, là tra le nebbie del ponte sul fiume. Un cinema con le poltroncine di velluto strappate. Un tempietto con il lume ancora acceso per la pietà di non si sa chi. Ci si illude di conoscere tutto del quartiere, ma in realtà non si sa che una minima parte di quello che in esso avviene o è avvenuto. Storie sulla bocca di tutti e storie che si svolgono in modo sotterraneo, di cui nessuno sa niente. Solo frammenti, impressioni, parole rubate dal vento. Nel quartiere si entra o si sprofonda, vi sono luoghi che non son

UNO SPARO NELLA NOTTE

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IL FATTO Quando di notte si udì lo sparo, qualcuno pensò che si trattasse di una delle solite scorribande di sbandati che la sera si riunivano in quel quartiere e facevano chiasso fino a tarda ora, sebbene, fino a prima di quella sera, non si fossero mai sentiti colpi d’arma da fuoco. Un colpo solo, secco e poi silenzio. Quelli che avevano alzato la testa dal cuscino, poco dopo, la riabbassarono, scuotendola perplessi; non si era sicuri più di niente in quella parte della città. Per strada non c’era nessuno, ad eccezione di un cane randagio, che andava rovistando nei cassonetti dell’immondizia che ebbe uno scarto improvviso di lato, spaventato dal rumore e fece per fuggire, poi si fermò, si guardò furtivo intorno e non vedendo nessuno, rassicurato riprese la sua attività indisturbato. Gole dell'Infernaccio - 2018 Erano esattamente le tre del mattino del giorno 27 agosto 2018. L’ora fu confermata da diversi testimoni che a quell’ora erano svegli e avevano sentito lo sparo

CUPIDO AL RICOVERO

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Voi credete che, superata una certa età, anche se si sono perse alcune attitudini, proprie della giovinezza, sia morta negli uomini e nelle donne ogni richiamo di amore e non si avverta la dannazione della gelosia? Ebbene, non è così. Per vie misteriose, Cupido, il Dio dell’amore, si insinua dappertutto e spande nell’atmosfera quel sottilissimo velo che va sotto il nome di erotismo, quella forza vitale che informa di sè tutta la nostra vita e che può far compiere cose strane, sotto ogni costellazione a qualsiasi età. Nel tunnel (Monti Sibillini, 2018) L’avv. Augusto Cazzola che di erotismo sapeva assai, per averlo a lungo praticato e coltivato, amava rallegrare l'atmosfera durante le riunioni che intratteneva con gruppi di suoi colleghi, raccontando storielle erotiche, prese per lo più da un suo archivio personale, insistendo su un concetto al quale teneva molto, forse perché aveva superato una certa età: non esiste nella vita di un uomo un’epoca in cui gli sia inibito l